Il blocco della tangenziale a Bologna da parte di diecimila metalmeccanici e la reazione di Vittorio Feltri contro i sindacati.
Non solo il commento di Matteo Salvini sui recenti fatti di Bologna, dove diecimila manifestanti hanno bloccato la tangenziale per protestare per i diritti dei lavoratori e hanno dovuto fare i conti con la possibilità di finire in carcere con il nuovo decreto sicurezza. A dire la sua sui fatti ci ha pensato, come al solito in modo molto diretto, anche Vittorio Feltri per Il Giornale.

Feltri: l’intento della manifestazione
Rispondendo come di consueto ad un suo lettore, Vittorio Feltri ha subito inquadrato bene i fatti di Bologna sottolineando come sia “un esempio perfetto di come lo Stato possa conciliare il diritto alla protesta con il dovere di tutelare l’ordine pubblico”.
Secondo il giornalista, le forze dell’ordine si sono comportate in modo “impeccabile. Diecimila manifestanti hanno deciso, in barba agli accordi presi con le autorità, di deviare il percorso del corteo e riversarsi sulla tangenziale, paralizzando la viabilità alle 10 del mattino, ad un’ora dall’avvio della manifestazione”.
Da qui un primo attacco di Feltri ai sindacati: “Una manovra tutt’altro che spontanea: premeditata, strategica, orchestrata ad arte dai vertici di Cgil, Cisl e Uil. Il copione era semplice: provocare la polizia sperando in una reazione magari qualche manganellata da usare come pretesto per gridare allo Stato fascista. Tuttavia, la reazione non c’è stata […]”.
L’affondo ai sindacati
Il giornalista ha proseguito il suo pensiero sottolineando come “ancora una volta, la sinistra e i sindacati hanno mostrato il loro disprezzo per la legalità. Per loro, violare le regole non è un reato ma un diritto: occupare case altrui, bloccare il traffico, sabotare la convivenza civile. Ignorano o fingono di ignorare che la libertà, in uno Stato di diritto, si esercita entro i confini del rispetto della altrui libertà”.
Nella parte conclusiva del suo editoriale per Il Giornale, Feltri ha quindi concluso duramente dando la colpa di certe azioni ai sindacati: “[…] Non è lo Stato ad opprimere i lavoratori, ma alcuni sindacalisti a strumentalizzarli in modo spregiudicato, conducendoli in tangenziale al fine di ottenere la paralisi del traffico, esortandoli quindi a violare le regole, cosa che – pure questa – costituisce un illecito. […] Questa è sceneggiata di professione. E se il rispetto delle regole fa gridare al fascismo, allora il vero pericolo non è la repressione, piuttosto è l’analfabetismo democratico di chi confonde l’illegalità con la libertà“.